Quanto bene fanno le vitamine?

La nostra nutrizionista la dott.ssa Paola Battivelli, ci spiega l’importanza di saperle riconoscere e assumere.

Le vitamine sono sostanze organiche incluse tra i micronutrienti, indispensabili per la crescita dell’organismo, per il mantenimento del suo stato di salute e per il corretto svolgimento delle reazioni metaboliche. Sono presenti soprattutto nel regno vegetale, a parte la vitamina D e non possono essere sintetizzate dall’organismo (a parte la vit. K). Esse presentano strutture chimiche diverse tra loro e in base a queste vengono classificate in 2 gruppi: le vitamine liposolubili e le vitamine idrosolubili.

Le liposolubili ( vitamina A,D,E,K) si sciolgono appunti nei grassi e quindi vengono immagazzinate nel tessuto adiposo. Il loro eccesso, tramite integratori, viene smaltito molto lentamente con la possibilità di avere fenomeni di alta tossicità. E’ noto che diete ricche ad esempio di beta carotene (precursore Vit.A) sono state associate ad una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari. Non vi è però nessuna evidenza scientifica che la supplementazione produca lo stesso effetto, anzi!. Uno studio epidemiologico del 2009 ha evidenziato che alti dosaggi di betacarotene hanno aumentato il rischio di tumore al polmone in soggetti fumatori. C’è però da sottolineare che l’integrazione di queste vitamine nei soggetti con deficit accertati (fino al ripristino della quantità corretta) o in caso di certe malattie dell’intestino, del pancreas e del fegato, risulta di beneficio!

Le idrosolubili (vitamina C e complesso vitaminico B) si sciolgono in ambiente acquoso per cui sono utilizzate rapidamente e, se introdotte in eccesso, vengono smaltite attraverso i reni (urine). La corretta alimentazione e soprattutto la dieta mediterranea, con le famose 5 porzioni di frutta e verdura al giorno e l’assunzione di almeno 2 volte la settimana di pesce, è in grado di coprire il fabbisogno vitaminico di bambini, adolescenti e adulti sani. Le vitamine contenute negli alimenti però non hanno un valore costante e sono presenti in quantità diverse a seconda dei metodi di conservazione, di raccolta, di preparazione degli alimenti. Ad esempio il contenuto di vitamina C si azzera con la cottura e se si associa con la caffeina: bere un caffè insieme ad una spremuta d’arancio per colazione è scorretto!! Altro esempio sono gli alimenti conservati in latta: i piselli in scatola hanno un contenuto ridotto di vitamina C; ancora il pomodoro cotto la perde totalmente (ma si arricchisce in licopene, un antiossidante). Anche gli additivi chimici, usati come conservanti, provocano perdite consistenti di vitamine, anche se, per esempio, la vitamina C viene aggiunta alle carni trattate con nitriti per evitare la formazione di sostanze cancerogene (nitrosammine).