Passa da una realtà che subisci ad una realtà che gestisci

 L’intervento Breve Strategico alla Soluzione di Ansia, Panico e Fobie.

“Capita in una giornata come tante. Sono sull’autobus, o fuori in mezzo alla gente, o davanti alla TV, o a tavola con la mia famiglia, o magari disteso sul letto a guardare il soffitto. Sento come una scossa elettrica che risale la spina dorsale, oppure è il cuore che comincia a galop-pare furiosamente. Sudo, ini-zio a tremare, sento di stare per soffocare, di sbandare, a volte comincio a perdere il contatto con le cose che mi circondano. E lì sale un terro-re crescente, la paura di im-pazzire o di perdere il con-trollo, oppure la paura di mo-rire, di non farcela“.

Se hai provato tutto questo, o conosci qualcuno che lo ha provato, probabilmente ti sei trovato di fronte a quello che viene definito un “attacco di panico”. 

Spesso ha sintomi come pal-pitazioni, sudorazione, tre-mori, sensazione di soffoca-mento, sbandamento, insta-bilità, di testa leggera o di svenimento, di irrealtà o di essere distaccati da se stes-si, paura di perdere il control-lo o di morire, e altri come dolore al petto, nausea o di-sturbi addominali, sensazioni di torpore o di formicolio, bri-vidi o vampate di calore.
Così, spesso emerge l’este-nuante vissuto di attesa tra un attacco e l’altro, il timore dell’inaspettato, l’ansia in an-ticipo del “Quando sarà la prossima volta?”, la preoccu-pazione di ciò che il prossimo attacco potrà comportare.

E si comincia ad avere paura della paura.
Forse non c’è mai stato un punto così critico nella tua vi-ta, ma la giornata potrebbe essere accompagnata dal-l’ansia di trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile allontanarsi o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto nel caso di un attacco, ansia che porta a timori relativi all’essere fuori casa da soli, in mezzo alla folla o in coda, in galleria, in auto, sul bus… oppure chiusi dentro un ascensore, in una stanza troppo piccola, ecc.

O, ancora, la minaccia può prendere qualunque forma: paura degli animali, delle persone, del giudizio, di fare brutta figura, di prendere la macchina, di essere infettati, dello sporco… La paura è così creativa che si può te-mere di tutto: sono documen-tati casi di paura degli angoli, delle correnti d’aria, di rubare i tappi delle bottiglie…
Molto spesso, chi la vive sa che non c’è un motivo “ra-zionale” di avere paura, eppure la prova e magari cerca di controllarsi, ma più tenta meno riesce, finendo per perdere il controllo.

Di fronte a tutto ciò, i nostri comportamenti si modifi-cano, le nostre abitudini cambiano, l’ansia ci domina e ci limita, allontanandoci da-gli altri, dal mondo, dalla vita, oppure lasciandoci addosso un costante velo di preoccu-pazione e inquietudine.
A volte ricorriamo a specia-listi per timore di avere una grave malattia, spesso gli psicofarmaci diventano la nostra stampella, la pillola della felicità, benché se ridu-cano i sintomi, la paura resta. Possiamo sentire un’estrema necessità di parlare, di con-fidarci, o al contrario tenere tutto per noi, sperando di averlo sotto controllo; evi-tiamo i posti, o li affrontiamo programmando la situazione, la vita; possiamo chiedere l’aiuto degli altri, avvilendoci, o starcene per conto nostro e isolarci. Comunque vada, la paura ci vince o ci incatena. Spesso pensiamo al prima, ricordiamo che “Una volta non ero così”, che affronta-vamo la vita. Ora ci dob-biamo confrontare con la demoralizzazione, con l’isola-mento, con la sfiducia, la paura, l’incomprensione.

Eppure, provare paura è sano! 

La paura è una delle sensa-zioni fondamentali dell’uo-mo, senza di essa i nostri lontani parenti sarebbero sta-ti divorati dalle belve – e noi non saremmo qui. Di fronte a stimoli che riteniamo perico-losi, spaventosi, temibili il no-stro corpo si attiva imme-diatamente, e si prepara a gestire la situazione.
È quando superiamo la soglia che la nostra vita comincia ad essere invasa dalla paura, e allora non la proviamo più solo nei casi in cui è necessario essere atti-vati dalla paura (per es. men-tre viviamo una scossa di terremoto), ma anche quan-do non è più utile (per es. di fronte ad un piccione, o nella confusione di un centro commerciale affollato, ecc.).
Molti studi sono stati fatti per comprendere la cause di tut-to questo. Quelli che sono ri-sultati più efficaci, si riferi-scono a capire come fun-ziona questo problema. 

Le tentate soluzioni che peggiorano il problema
Che cosa porta una persona a trasformare la paura da emozione “utile” a trappola che imprigiona?

1. Evitare le situazioni che spaventano: “meglio non andare più in quel ci-nema, in quel supermercato, su quella strada, in quel po-sto… meglio evitare. Meglio stare a casa…”. Ma più evito una cosa, più la rendo paurosa, e più la rendo paurosa, e più la evito chiu-dendomi in un circolo vizioso dove il mio tentativo di solu-zione non fa che peggiorare la mia situazione.

2. Chiedere aiuto: “se proprio devo farlo, meglio farmi accompagnare. E se mi accadesse qualcosa? E se mi venisse di nuovo l’attacco di panico? Come farei? Co-me potrei mai soprav-vivere? Ho bisogno di qual-cuno.” Ma più mi aiutano, più dentro di me mi convinco di non poter-cela fare in autonomia, e più mi convinco di questo, più af-frontare le cose diventa diffi-cile, e più diventa difficile, più chiedo aiuto, innescando un loop in cui l’aiuto che ricevo, invece di aiutarmi, mi rende ancora più incapace.

3. Controllare continua-mente i sintomi: “per evitare che si manifesti di nuovo l’attacco, sto sempre lì a controllare che tutto sia a posto, il cuore, il respiro…”. Ma più controllo reazioni che dovrebbero spontanee, più le altero, e più le altero, più mi spavento, e più mi spavento, più mi auto-genero un altro bell’attacco di panico.

4. Prendo precauzioni: “xanax o altro da portare die-tro e prendere all’occorrenza, oppure una mappa precisa di tutti i pronto-soccorso limitrofi ai luoghi che frequento, per-ché… non si sa mai.” Ma più tento di rassicurarmi con queste precauzioni, più in realtà mi convinco che acca-drà qualcosa (altrimenti non avrei bisogno di rassicurar-mi), e più mi convinco che accadrà qualcosa, più starò in allerta, ma più starò in al-lerta, più il mio cuore accele-rerà e il mio respiro cambierà, e più il mio cuore accelererà più io mi spaven-terò e più mi spaventerò più….indovina un po’…mi fa-rò venire l’attacco di panico.

Le soluzioni che funziona-no: l’Approccio Breve Stra-tegico 

Certamente, se stai affron-tando delle semplici difficoltà, comuni a tutte le persone, al-lora puoi vivere abbastanza tranquillamente.
Se, invece, la paura ti limita in alcune cose che ti piace-rebbe vivere, ma non riesci, puoi decidere di rendere più libere le tue scelte e le tue possibilità.
Se infine l’ansia invade mol-tissimi spazi del tuo giorno o della tua notte, se coinvolge anche le persone più vicine, se non ti permette di lavorare bene ma anzi ti fa sentire im-prigionato da qualcosa che non puoi con-trollare … allora devi scegliere di riprendere in mano il timone della tua na-ve.

Come fare? 

La soluzione spesso è già “dentro” ognuno di noi.
Ad un primo sguardo, infatti, puoi cogliere che le prime cose da fare sono quelle di smettere di costruire noi stessi ciò che poi subiamo.

Evitare di evitare, affron-tare in prima persona invece che chiedere aiuto, smettere di voler control-lare ciò che spontanea-mente avviene al nostro corpo, togliere tutte le precauzioni che abbiamo costruito attorno alle situa-zioni spaventose, spesso proprio per evitarle.

Se ora stai pensando che tut-to questo è “facile da dire” ma difficilissimo da fare, pro-babilmente hai ragione. Sen-za gli adeguati strumenti, an-che la più semplice delle co-se appare impossibile.

“L’autoinganno” con cui la nostra mente ci protegge dalle nostre paure più grandi è proprio questo: la tensione con cui viviamo costante-mente ci consuma energia (dormi senza riposare dav-vero, lo stomaco si chiude o ti brucia, l’intestino si irrigi-disce, il collo, le spalle, la schiena sembrano blocchi di marmo, ecc.), ma spesso non ci rendiamo conto davvero di quanto ci ha tolto, fino a quando non siamo usciti dal problema. I cattivi esploratori, diceva il filosofo Bacone – sono quelli che pensano non ci sia nuova terra finchè non vedono altro che il mare.
Perchè di fronte alla paura di impazzire, di morire, di per-dere il controllo…anche sop-portare quella tensione e quell’ansia diventa una cosa migliore e più accettabile.

Possiamo dire che è il prezzo da pagare per illu-dersi di non pagarne uno più grande. 

Spesso si vuole cambiare, ma senza cambiare, perchè il cambiamento fa paura, e an-che se stiamo soffrendo in quella situazione, la soffe-renza – come una droga o un’abitudine che dolcemente ci avvolge – sembra minore rispetto ad una sofferenza più grande.
Nel frattempo rischiano di passare mesi, anni, le fami-glie si sciolgono, si perde il lavoro…
La descrizione è drammatica, ma la via d’uscita esiste e spesso è anche rapida.

Solo che non si può tradur-re in una ricetta precon-fezionata o in un consiglio di buon senso che va bene in ogni situazione. 

C’è bisogno di “costruire e cucire un abito su misura”, adattato alla tua realtà e alla tua personalità. E soprattutto in cui il “sarto” principale sei proprio tu!
Solo così la libertà che ricon-quisti non sarà un regalo o un atto di pietà da parte di qualcun altro, ma lo spazio e la dimensione che meriti di vivere ogni giorno.

La terapia strategica aiuta proprio in questo. I risultati sorprendenti di tanti anni di applicazione, hanno spiegato bene, partendo dalle solu-zioni, come funziona il pro-blema, e come il problema può essere risolto.
Concentrandosi non tanto sulle cause del problema ma piuttosto su come funziona e su come si mantiene nel tempo vengono individuate le tentate soluzioni che le Per-sone mettono in atto.
Si passa così in seguito da una realtà che si subisce ad una nuova realtà che si ge-stisce.

Grazie ai protocolli creati per la risoluzione completa degli attacchi di panico, senza dover ricorrere ai far-maci, ti permette di eliminare tutte le soluzioni disfunzionali e ti aiuta a costruire le stra-tegie adatte – non solo per gestire o “convivere” con gli attacchi di panico – ma per debellarli, completamente.
Con tecniche e strategie di-rette e funzionali, puoi ri-conquistare i tuoi spazi, puoi smettere di evitare, puoi tornare ad essere te stesso e ad essere più pa-drone della tua vita.
Puoi tornare a camminare con le tue gambe, senza sentirle più tremare!

Dott. Donato Simone Frigotto.