Liberati dalle “manie” che non si liberano di te

L’intervento Breve Strategico alla Soluzione dei Disturbi Ossessivo-Compulsivi

di Dott. Donato Simone Frigotto – Psicologo e Psicoterapeuta specialista in Terapia Breve Strategica

 

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo è un problema psicologico che nasce molto spesso da una paura, solita-mente di qualcosa che si è verificato (ad esempio la paura per un esame scolastico già concluso) o che si po-trebbe verificare (di contrarre una malattia); sullo sfondo c’è quindi un’ossessione.

Le ossessioni sono pensieri ricorrenti, che possono riguardare molti ambiti: il mantenere in un certo ordine gli oggetti, la contaminazione tramite la stretta di mano, la chiusura del gas o delle porte di casa o della macchina, la possibilità di fare del male a qualcuno o di poterlo uccidere, ecc.

I pensieri sono i più diversi, ma in qualsiasi caso creano dubbi così grandi nella mente della persona che fanno si che si crei in essa uno stato di paura (G. Nardone, 1998).

COME FUNZIONA e COME SI SVILUPPA 

Di fronte al dubbio crescente, alla paura che aumenta, noi cerchiamo di porre rimedio, cerchiamo qualcosa per controllare l’ansia che sale, cerchiamo di rassicurarci in base alla sensazione che ci pervade.

Che cosa facciamo, a livello pratico? 

Re-agiamo attraverso il pensiero, formule mentali o azioni compulsive, nel tentativo di ridurre la paura. Con il tempo queste reazioni assumono 3 caratteristiche precise, diventano: inevitabili, irrefrenabili, rituali. A quel punto si sono trasformate nelle cosiddette compulsioni. 

A volte il rituale è solo mentale e prevede la ripetizione di formule o preghiere, altre volte il rituale è un’azione che va ripetuta più volte (ce ne sono molti e di molti tipi, a partire dai lavaggi delle mani o di parti del corpo, i con-trolli del gas o della portiera dell’auto, ecc.).

Ma qual è lo scopo per cui mettiamo in atto queste compulsioni? 

Ci sono motivazioni precise per le quali i rituali vengono eseguiti: a volte servono per far andare bene le cose, ad esempio un esame, un incontro, etc.; altre volte servono per evitare disgrazie a sé o ai propri cari, altre volte an-cora si eseguono per riparare qualcosa che è già accaduto a cui bisogna porre rimedio.

Lo possiamo schematizzare come segue:

Prevenire che accada qualcosa di temuto (fare la doccia prima di andare a letto tutte le sere perché il letto non si contamini, controllare che tutte le porte siano chiuse prima di andare a letto, ordinare la propria casa in modo che nulla sfugga al proprio controllo, ecc.);

Porre rimedio a qualcosa che è accaduto (controllare il gas prima di uscire per evitare che la casa scoppi, la-vare le mani dopo aver toccato qualcosa ritenuto sporco per evitare di contaminare il tempio/casa tutto pulito, ripe-tere una formula mentale dopo aver compiuto un’azione ritenuta punibile per espiare le proprie colpe, ecc.);

Propiziare che accada qualcosa che si desidera (indossare uno specifico indumento per affrontare situa-zioni “particolari” pena l’impossibilità di riuscirci, ripetere formule mentali specifiche perché questa proceda nel modo adeguato, salire le scale iniziando con il piede destro e scenderle con il piede sinistro, ecc.)

QUANDO LA SOLUZIONE DIVENTA IL PROBLEMA 

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo è l’esempio più evidente di come ciò che all’inizio sembra funzionare, alla fine poi si trasforma in una trappola micidiale.

Il rituale spesso si trasforma nel tempo: inizialmente la persona si sente in grado di gestire le situazioni pro-prio grazie al rituale che la fa sentire meglio e la rassicura, ma successivamente, col passare del tempo, quella che sembrava una soluzione si trasforma a sua volta in un problema, perché la persona si ritrova schiava del suo stesso rituale e sente di non potersene liberare.

Ci si trova come all’interno di una gabbia

Il problema non è più tanto la paura originaria, ma l’incapacità di sospendere l’esecuzione dei rituali anche se si riconosce la loro irrazionalità. La persona è consapevole dell’assurdità delle proprie azioni, ma non riesce ad evitare di metterle in atto, talvolta coinvolgendo il proprio sistema familiare (genitori, partner, ecc.) che diviene così “ostaggio” del problema ( G. Nardone, 2000).

ESCI DAL TENTATIVO DI CONTROLLO ECCESSIVO e RIPRENDI IL CONTROLLO DELLA TUA VITA 

La Terapia Breve-Strategica utilizza la stessa logica di funzionamento del problema: non si chiede mai alla persona di non fare / pensare / ecc., anzi.

La logica del problema viene seguita e inizialmente assecondata, per poi ri-orientare i pensieri e le azioni verso una direzione più sana e migliore per la vita di ognuno.

Così si va a rompere il circolo vizioso che incatena la persona al disturbo, per poi farla divenire consapevole dei meccanismi disfunzionali di mantenimento del problema, fino alla sua totale risoluzione.

L’approccio evoluto consente di fare affidamento su protocolli per il trattamento del Disturbo Ossessivo Com-pulsivo basati su ricerche effettuate in questi ultimi venticinque anni su migliaia di casi.

Il metodo mette insieme efficacia ed efficienza, ovvero la risoluzione di questi problemi in tempi brevi (entro le 20 sedute), in cui la persona riprende un nuovo e più funzionale controllo sulla sua vita.