Il nostro occhio, operaio del nostro cervello

“SONO DISTRATTA, HO FRENATO TROPPO TARDI”
Noi siamo soliti immaginare l’occhio come un qualcosa di statico: se “manca vista” si mette l’occhiale ed il problema è risolto. Purtroppo non sempre è così. Il nostro occhio è un “operaio” del nostro cervello. Noi viviamo nella convinzione che il mondo è come ci appare e a noi non resta altro che osservarlo passivamente così com’è. Questo in realtà succede perché siamo osservatori esperti e la nostra esperienza ci ha portato a identificare velocemente oggetti e cose. Il processo visivo è qualcosa di più complesso.

Perché percepiamo la profondità delle cose?
Durante la messa a fuoco di un oggetto intervengono diverse abilità:
-ACCOMODAZONE: la nostra lente interna, il cristallino, modifica la propria curvatura in base alla distanza in cui è posizionato l’oggetto da osservare. Si contrae quando osserviamo un oggetto vicino, e si rilassa quando guardiamo lontano. Se tenendo aperto solo un occhio si fissa la punta di una matita e poi la si avvicina gradualmente , a un certo punto per quanto ci si sforzi non si riesce più a vederla a fuoco. Questo è il punto di massima curvatura del cristallino e dipende dall’età: con l’aumentare dell’età questo punto si allontana e diminuisce la capacità di mettere a fuoco da vicino (PRESBIOPIA).
-CONVERGENZA: quando fissiamo un oggetto gli occhi convergono, in modo che l’immagine dell’oggetto cada sulla fovea di ciascun occhio.
-DISPARITA’ BINOCULARE: la percezione della distanza fra gli oggetti dipende dal fatto che abbiamo due occhi situati a circa 7 cm l’uno dall’altro, vedendo da due punti leggermente diversi. Non ce ne accorgiamo perché il cervello fonde le due immagini creandone una unica. La differenza tra le due immagini, detta disparità binoculare, produce il senso di profondità, detta STEREOPSI.
In base a come gli occhi convergono, noi percepiamo una certa distanza dall’oggetto di interesse. Spesso notiamo soprattutto durante la guida, di avere difficoltà nel calcolare la frenata e ne attribuiamo come causa “la stanchezza” o un “momento di distrazione “ . Molto spesso invece la causa è visiva: i due occhi convergono in modo anomalo, mostrandoci un’ immagine alterata. Per identificare la causa e intervenire per la risoluzione di questa disfunzione visiva, è necessario sottoporsi a un’analisi visita optometrica.

dott.ssa Serena Milo – ottico optometrista

Bibliografia: “Il colore della luna. Come vediamo e perchè” di Paola Bressan, Editori Laterza