L’epicondilite, anche conosciuta come gomito del tennista, è la più comune sindrome da sovraccarico del distretto articolare del gomito. È un infortunio che coinvolge i muscoli estensori dell’avambraccio, i quali originano dalla regione laterale distale dell’omero e in molti casi, è coinvolta proprio l’inserzione dell’estensore breve del carpo.
Anche se conosciuta con il nome di gomito del tennista, solo per il 5% delle persone che soffrono di questa patologia è per il gioco del tennis
La prima causa di epicondilite sono alti carichi e ripetitive contrazioni muscolari che stressano l’inserzione del tendine sull’omero. Spesso succede dopo attività ripetute dell’arto superiore, come l’uso del computer, il sollevamento pesi, ripetuti movimenti di supinazione e pronazione dell’avambraccio e vibrazioni continue. Infatti, le persone con lavori dai movimenti unilaterali ripetuti come elettricisti, carpentieri, giardini e donne che usano l’ago da cucito sono i più soggetti a presentare questa condizione.
L’area di maggior sofferenza è solitamente la zona appena distale l’origine del muscolo estensore dell’avambraccio. Più comunemente, è coinvolto l’estensore radiale breve del carpo, ma possono essere inclusi anche l’estensore delle dita, l’estensore radiale lungo del carpo e quello ulnare del carpo. In quella regione c’è anche il nervo radiale, e si divide in nervo superficiale radiale e interosseo posteriore.
Una revisione sistematica identifica 3 fattori di rischio: portare oggetti più pesanti di 1 kg, sollevare carici più pesanti di 20 kg almeno per 10 volte al giorno, e movimenti ripetitivi per più di 2 ore al giorno. Altri fattori di rischio sono l’uso eccessivo, movimenti ripetitivi, errori di allenamento, problemi di flessibilità, l’età, una scarsa circolazione, un deficit di forza o disequilibrio muscolare e fattori psicologici.
Il sintomo più forte è il dolore, che viene riprodotto dalla palpazione dell’origine dei muscoli estensori. Il dolore può irradiare verso l’alto lungo l’omero e verso il basso lungo il lato esterno dell’avambraccio, e in alcuni casi arriva fino al terzo e quarto dito. Inoltre, si evidenzia spesso debolezza muscolare e deficit di flessibilità a carico degli estensori del polso e dei muscoli posteriori stabilizzatori del cingolo scapolare.
All’inizio, viene riportata una debolezza di forza della presa o la difficoltà di portare oggetti con la mano, specialmente se il gomito è esteso.
Infine, per inquadrare un po’ la patologia, ci sono quattro stadi di sviluppo della patologia in base all’intensità dei sintomi, secondo Warren:
Dolore lieve qualche ora dopo l’attività provocatoria
Dolore alla fine o subito dopo l’attività provocatoria
Dolore durante l’attività, che si intensifica una volta cessata l’attività
Dolore costante, tanto da proibire qualsiasi attività