L’osteoporosi è una condizione caratterizzata da una diminuzione della massa per unità di volume (densità) di matrice ossea normalmente mineralizzata.
Si ha osteoporosi quando la massa ossea scende al di sotto dei valori normali per taglia corporea, età, sesso e razza. L’anomalia è caratterizzata da debolezza strutturale delle ossa, primariamente dovuta ad espansione degli spazi midollari ed osteonici e a riduzione dello spessore della corticale.
Le forme più comuni sono:
– il tipo I o osteoporosi post-menopausale
– il tipo II o osteoporosi senile
Lo sviluppo dell’osteoporosi nelle donne nel periodo post-menopausale è legato a numerosi fattori, il più importante dei quali è la carenza di estrogeni.
Altri fattori sono dati dalla minore massa ossea e dalla maggiore perdita di tessuto osseo che si verifica nella donna rispetto all’uomo, dalla diminuita concentrazione sierica del metabolica attivo della vitamina D (promuove il riassorbimento gastro-intestinale di calcio), dalla dieta povera di calcio e dal diminuito assorbimento intestinale del calcio (caratteristico dei soggetti anziani).
L’osteoporosi senile, da cui sono affetti sia gli uomini che le donne, è dovuta alla perdita ossea che normalmente si accompagna ai processi di invecchiamento. Dopo i 40 anni, il tasso di riassorbimento osseo aumenta mentre il tasso di formazione ossea riamane costante; tale squilibrio conduce ad una diminuzione della massa ossea.
Altre forme di osteoporosi sono date da anomalie endocrine (ipertiroidismo, iperparatiroidismo); carenze nutrizionali (calcio, proteine, vitamina C); farmaci osteopenizzanti (eparina, chemioterapici); alcolismo; osteoporosi da non uso; osteoporosi idiopatica.
Le zone più colpite dall’osteoporosi sono le regioni a più elevato tasso di rimodellamento come i corpi vertebrali, le porzioni prossimali del femore e dell’omero, la parte distale del radio, le coste. Poiché la riduzione della massa ossea causata dall’osteoporosi comporta un aumento della fragilità scheletrica e di conseguenza un aumentino del rischio di frattura queste zone risultano essere le più soggette a rischio di frattura anche a seguito di traumi lievi. Le complicazioni più frequenti infatti sono rappresentate dalle fratture vertebrali.
La tecnica diagnostica che permette di valutare la densità minerale delle ossa, risultando particolarmente utile nella diagnosi e nel monitoraggio dell’osteoporosi è la densitometria ossea. Essa utilizza una piccolissima dose di raggi X per stabilire quanti grammi di calcio e altri minerali sono presenti nel segmento osseo esaminato; le dosi di radiazioni sono talmente basse che anche la frequente ripetizione dell’esame non rappresenta alcun pericolo per la salute del paziente. Fra i differenti tipi di strumentazione disponibili, la DEXA è attualmente la più utilizzata.